Il colletto lavallière, il dettaglio femminista da provare
WORDS BY STAYINTREND – Foto di copertina Fendi AI 25/26 – Credits Launchmetrics/Spotlight
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Il colletto lavallière: da Valentino a Marras, ogni donna può trovare il mood che più le si addice, giocoso, elegante o sexy.
Il colletto lavallière e le sue origini
La moda si è nuovamente innamorata del colletto lavallière, il cui nome deriva dalla duchessa Louise de la Baume-Le Blanc de La Vallière (1644-1710), amante di Luigi XIV, che rimase affascinata dalla cravatta che il sovrano usava indossare e così decise di confezionare una sua versione utilizzando un nastro annodandolo con un fiocco intorno al collo.
Chiamata anche cravatta alla lavallière o alla La Vallière e in inglese ‘pussy bow’ è diventata di gran moda poi nel XIX secolo poiché usata dagli artisti e bohemienne, ma anche come segno distintivo di appartenenti a movimenti anarchici o repubblicani. Oggi il mondo della moda ha riscoperto questo dettaglio di stile, e sono più di una le aziende che hanno deciso di puntare su questa cravatta morbida e dal tocco bohemienne. Anche griffe del lusso come Chanel, che l’hanno reinterpretata secondo i propri codici di stile.
Chissà se dipende dal fatto che negli anni, il colletto lavallière si è trasformato in un simbolo femminista. Tra le politiche che più hanno amato le camicette con questo tipo colletto ci sono Kamala Harris, ma anche Margaret Tatcher negli anni Ottanta. Già prima negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, il collo alla lavallière era diventato il dettaglio di stile della donna che iniziava a cercare la sua indipendenza. Veniva indossata con il tailleur con la gonna. Poi, con il boom del power dressing, negli anni Ottanta, il fiocco divenne il simbolo della divisa della donna di successo. poiché i pantaloni non erano considerati adatti all’ufficio. Negli anni ’80, la camicetta con fiocco alla lavallière invase improvvisamente gli ambienti di lavoro, diventando quasi un simbolo di successo. In tempi più recenti, questo tipo di colletto è stato usato più di una volta da Melania Trump, Kate Moss e tante altre donne, spesso in occasioni in cui era importante sottolineare il potere femminile.
Il colletto lavallière alle sfilate
Nelle sfilate delle collezioni autunno/inverno 2025/26 i designer hanno usato la loro creatività per reinterpretare il colletto lavalliere, si va dalle versioni bon ton a quelle più giocose.
In primis dobbiamo citare Valentino, dove Alessandro Michele ha voluto inserire questo dettaglio sulle camicette, con uno styling molto potente: maglia a collo alto, maglione e pelliccia, proponendo il nuovo look della donna in carriera del 2025.
Raffinatissima, invece la versione in plissè di Fendi, che ha puntato su questo colletto per gli abiti, così come Blumarine. Antonio Marras invece ha voluto proporre una versione maxi, sulla camicetta da indossare sotto al completo con kilt. C’è poi la versione più aggressiva e underground di Alexander McQueen in raso di seta lucida effetto pelle.
Le versioni sexy o spiritose
Ci sono poi le versioni sexy, come quella di Ulla Johnson che ha voluto applicare il colletto lavalliere alla camicetta trasparente o Alaïa, che ha usato questo dettaglio per gli abiti con maxi cut out, rendendoli molto sensuali. Infine, Vivetta, la stilista toscana che ma il trompe-l’oeil, ha voluto reinterpretarlo con le sue iconiche mani stampate sugli abiti. Insomma la moda ha voluto puntare tutto su questo dettaglio, a metà tra power pressing e femminismo, e certamente tra le tante proposte ogni donna può trovare quella più adatta al proprio stile.
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