Intanto vediamo come definire il caftano: è una veste lunga e larga, pensata per riparare il corpo dal sole e non costringere (per non soffrire troppo il caldo). Quindi linea essenziale, ma tessuti e ricami lussuosissimi.

Sebbene il caftano sia nato nell’antica Mesopotamia, fu durante l’Impero Ottomano che raggiunse l’apice dello stile: indossato dagli imperatori, dai sultani e dalle classi nobiliari, diventò simbolo di potere grazie a ricchi tessuti, disegni elaborati e ricami preziosi (che riflettevano il rango di chi lo indossava). Da quel momento fu utilizzato da Est a Ovest. Indossato in primis dagli uomini musulmani dei paesi arabi, ma poi anche dagli indiani.

Negli anni è stato amato e portato in passerella da designers come Paul Poiret e soprattutto Yves Saint Laurent, che sempre è stato ispirato dal Marocco e già dagli anni Sessanta lo introdusse nel guardaroba dell’epoca. E fu subito un successo, amato e indossato dalle celebrities del periodo, in primis dalla direttrice di Vogue Diana Vreeland che – si racconta – tornata da un viaggio in Marocco arrivò in redazione avvolta in un caftano coloratissimo. Da lì, le celebrities di Hollywood hanno iniziato ad amarlo, grazie allo stile bohemienne a cui è associato e alle stampe colorate e gioiose.