Paris Fashion Week, un recap di tutti gli show più significativi
WORDS BY STAYINTREND – Foto di copertina Chanel PE 2026 – Credits Launchmetrics/Spotlight
Questo pezzo è stato scritto da un professionista e senza il supporto dell’IA
Tanti debutti e poco rumore, ma Parigi si conferma capitale del pret-a-porter
Come nelle altre capitali della moda, anche a Parigi si sono fatti sentire gli eventi internazionali. Tra guerre, scioperi e sconvolgimenti politici anche la fashion week della Ville Lumiere ha brillato un pò meno del solito, nonostante i tanti e significativi debutti alla guida delle grandi maison, da Chanel a Dior fino a Balenciaga.
Una fashion week come questa, con così tanti debutti importanti, avrebbe risuonato dalle Alpi alle piramidi, invece è stata molto sottotono, sia sui social network che nei media dove hanno avuto spazio notizie di altro rilievo.
Detto questo, le grandi griffe hanno organizzato come sempre sontuosi défilé, con tanto di celebrities internazionali, proponendo le idee più innovative per la primavera/estate 2026.
Nonostante il contesto di grande sofferenza, Parigi si conferma la vera capitale della moda internazionale, in grado di portare innovazione e artigianalità sulle passerelle. Le collezioni presentate hanno davvero mostrato grande innovazione e creatività, anche messaggi di ottimismo a cui forse vale la pena fare affidamento.
Saint Laurent, scenografico e grintoso
Giacche biker oversize e gonne a matita, in pelle nera lucida. Nel mix con una camicia bianca con un grande fiocco. Anthony Vaccarello si conferma una certezza nel reinterpretare i codici di Monsieur Yves, passando dall’allure sofisticata a un’anima rock’n’roll.
In passerella a Parigi, con un set scenografico con vista Tour Eiffel, sfilano grintose bluse con maxi fiocco al collo, ma anche giacche in pelle oversize, gonne a tubino, vestiti vaporosi con maxi ruches e maniche a sbuffo.
Non mancano le sahariane con fibbie metalliche, da portare con occhiali scuri di grandi dimensioni e scarpe con tacco a stiletto.
Louis Vuitton dialoga con l’abbigliamento da camera
Nicolas Ghesquière ha deciso di celebrare l’arte di vivere e l’intimità, con una collezione ispirata al fascino hollywoodiano degli anni Quaranta.
Sono protagonisti i codici dell’abbigliamento da casa, per capi fluidi e comodi ma estremamente lussuosi. Dunque, per le appassionate del genere, ci sono la veste da camera che diventa soprabito, maglie soffici con tasche profonde, pantaloni-pigiama, bermuda larghi, ma anche tailleur ispirati al pigiama e cappotti che ammiccano alle vestaglie.
Stella McCartney, più sostenibile che mai
La stilista inglese non si smentisce e presenta a Parigi una collezione all’insegna della sostenibilità, raffinata (a tratti anche sexy) ma pur sempre green. C’è in primis tanto denim, sempre riciclato e rielaborato in più modi. Ma la designer fa di più e lancia il tessuto Pure.Tech, progettato per purificare l’aria. Non solo, per i look più sfiziosi le decorazioni in piuma sono create con fibre vegetali. Una collezione che dimostra che si può essere trendy e cool senza nuocere al pianeta.
Schiaparelli, la couture che ammicca al pret-a-porter
A Daniel Roseberry si deve il merito di aver reso Schiparelli il marchio più desiderato dalle celebrities internazionali. Certo si tratta di couture, ora la sfida è il lancio del pret-a-porter che di fatto guarda sempre e tanto all’alta moda. Anche questa collezione si muove in questo senso, con capi quasi da museo.
Il capo più iconico è la giacca, dal design pulito ma con le spalline affilate, tributo alle lavorazioni d’atelier di Elsa. In passerella poi abiti da red carpet in nero, bianco e rosso. Poi, sempre il tema surrealista con maglieria trompe l’oeil, in jacquard, borse con lucchetto ispirata agli orologi liquefatti di Dalí.
Givenchy super sexy
Da Givenchy la stilista Sarah Burton, alla seconda prova alla guida del brand, propone look estremamente sexy: spalline sottili, body che lasciano in mostra le gambe, cut-out che portano in vista la pelle nuda, spacchi vertiginosi. L’idea di mostrare il nudo qui è simbolo di empowerment per la stilista, che rilancia cappotti off-shoulder azzurro cielo, abiti bianchi iper fascianti, top e gonna con trompe-l’œil in chiffon.
Miu Miu e il grembiule
Miuccia Prada porta in passerella il grembiule, al centro della collezione primavera-estate 2026 che ha sfilato al Palais d’Iéna. Non certo quello da casalinga disperata, ma semmai un’infinità di versioni iper glam, dove materiali da lavoro e pelle sono mixati con tessuti femminili come seta e pizzi.
Tantissime le rouches e i cristalli decorativi. Il grembiule è proposto nella versione lunga tipo abito o mini, ma è sicuramente il must di collezione.
Il messaggio è come sempre molto alto: il lavoro in casa è simbolo di prendersi cura, un gesto d’amore ma anche di indipendenza.
Valentino, le lucciole di Michele
Fireflies (lucciole) è la collezione disegnata da Alessandro Michele, che come sempre porta in scena il suo massimalismo, ora in versione Valentino.
L’idea dello stilista è quella di portare luce, di non omologarsi, mixando velluto alla seta, chiffon e cristalli. Tra i pezzi must have ci sono le bluse dalle maniche vaporose, le gonne pencil in velluto, i pantaloni-palazzo e i top trasparenti. I blazer hanno le spalle importanti e la vita stretta, mentre gli abiti da sera sono decorati con piume e cristalli. I riferimenti? Gli anni Quaranta e Ottanta.
Chanel, la camicia bianca
Tante piume e pennacchi a decorare i capi, ma soprattutto le desiderabilissime nuove borse, anche in versione XXL.
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