Viaggio nella mostra che celebra due amatissimi couturier, AlaÏa e Balenciaga
WORDS BY STAYINTREND – Foto di copertina Credits Museo del Tessuto – Foto di questo articolo by Filippo Bardazzi
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Viaggio nella mostra che celebra due amatissimi couturier, AlaÏa e Balenciaga, scopri di più nell’approfondimento.
Poche settimane prima della sua morte (avvenuta nel 2018), l’indimenticabile Hubert de Givenchy si recò presso la fondazione Azzedine Alaïa di Parigi con una richiesta: organizzare una mostra che mettesse a dialogo gli abiti-scultura di Alaïa con quelli di Cristobal Balenciaga, di cui era un grande ammiratore. L’idea fu accolta con grande entusiasmo dalla Fondazione, presieduta da Carla Sozzani, ma proprio mentre stavano iniziando i preparativi per metterla a punto, Givenchy morì. Questo non ha fermato la Fondazione, che dopo due anni di lavoro ha messo in piedi un progetto che mette a confronto l’eredità stilistica dei due grandi couturier.
Nasce così ‘Azzedine Alaïa e Cristóbal Balenciaga. Scultori della forma‘, una mostra curata da Olivier Saillard che si avvale del patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia (oltre che della straordinaria partecipazione di Balenciaga Archives di Parigi) e arriva per la prima volta in Italia – dopo il debutto a Parigi nel 2020.
In mostra ci sono venticinque creazioni di Azzedine Alaïa, scomparso nel 2017 e lui stesso collezionista di abiti di Balenziaga. Considerato uno degli ultimi couturier, in grado di padroneggiare ogni fase di realizzazione di un capo, dalla progettazione alla confezione, Alaia ha spesso guardato alle forme e alle lavorazioni sartoriali di Cristóbal Balenciaga. Così nella mostra sono stati scelti anche 25 look del couturier spagnolo, in un dialogo continuo con gli abiti dello stilista tunisino.
Accanto ai capi, il museo del Tessuto espone per la prima volta in Italia 12 disegni originali di Balenciaga datati tra il 1950 e il 1968, provenienti da Balenciaga Archives di Parigi. I disegni, alcuni dei quali riportano note tecniche per la sartoria e campioni di tessuto, sono affiancati da altrettante foto di indossato originali, testimonianze preziose e straordinarie del processo creativo dello stilista spagnolo.
Dalla mostra si nota come nello stile di Alaïa e Balenciaga ci siano elementi di forte continuità: il lavoro di couture, l’attenzione alla perfezione sartoriale, la valorizzazione delle forme del corpo femminile. Inoltre entrambi condividono umili origini, iberiche per Balenciaga e tunisine per Alaïa, l’apprendistato nell’arte del cucito in ambito familiare, e poi anche il successo – raggiunto grazie ad una clientela influente a Parigi.
Il tessuto è la materia creativa comune, ma mentre Balenciaga dà forma alle sue architetture con le lane, i rasi, le sete, come l’innovativo “gazar” da lui inventato nel 1958, Alaïa trasforma il tessuto a maglia fino a renderlo un segno distintivo della sua arte e utilizza la pelle per scolpire e modellare i corpi. Balenciaga preferisce chiudere l’atelier piuttosto che convertirsi al pret-à-porter e Alaia pone fine all’incessante rincorrersi delle collezioni, scegliendo autonomamente i momenti più opportuni per presentare il proprio lavoro.
Entrambi i couturier sono appassionati di costruzione sartoriale, sono famosi per il loro perfezionismo e per la capacità di tagliare e cucire con le proprie mani. La ricerca di Balenciaga si traduce in una perfetta eleganza formale, mentre quella di Alaïa evidenzia una sensualità precisa.
Per esplorare la mostra è bene seguire le tre sezioni in cui è divisa: una prima dedicata ai tailleur, la secondo chiamata ‘Flou’ ovvero per gli abiti da sera e da cocktail (flou è la sezione dedicata agli abiti fluidi nelle sartorie francesi) e infine l’ultima che celebra le influenze dall’abbigliamento tradizionale spagnolo, con pizzi, ruches e volants.
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